La nuova serie TV di Sky è una ventata di aria fresca.
Un avvocato di successo deve fare i conti con il suo passato.
Viene ripescato il cadavere di Arianna, misteriosamente scomparsa trent’anni prima durante una vacanza in campeggio.
Elio, perdutamente innamorato di lei, ha avuto un’amnesia nella stessa notte e non ricorda nulla di quanto accaduto.
Le indagini vengono riaperte e tutta la vita di Elio Santamaria viene rimessa in discussione.
Il protagonista viaggerà letteralmente nel tempo e nei suoi ricordi per dipanare la matassa degli eventi e con la speranza di poter cambiare le cose, affrontando i suoi amici più cari e rivivendo la sua gioventù.
Inutile dire che un cinquantenne che si approccia a questa serie prova una tenerissima nostalgia, ritrovando la musica, le situazioni, i giochi e i must di un’epoca di giovinezza, quella in cui avevi paura di tutto e anche di niente, quella in cui ti sembrava tutto possibile e i giorni infiniti.
In realtà c’è molto, molto di più, c’è introspezione, c’è suspense, amicizia, dolcezza e una sana voglia di riflettere, scoprire e mettersi in gioco.
Un esercizio di autoanalisi che si muove in una dimensione quasi onirica, una ricerca dello spirituale e surreale, nei cui panni Lino Guanciale è un veterano assoluto.
Il cast giovanissimo e quello adulto si riflettono come in uno specchio che fa risaltare le ombre, i chiaro scuri dell’anima.
Il talento espresso da tutti è indiscutibile ma le due facce di Elio Santamaria sono un meraviglioso miracolo di sintonia totale.
Il giovane Filippo Scotti è una sinfonia a cui Sorrentino ha dato solo la prima nota: ci farà sognare molto negli anni a venire.
Ho amato il finale, lo amato follemente: intelligente, spiazzante, per nulla scontato e in bilico tra il metafisico e la concretezza più spietata, il realismo più bieco.
Le scelte apparentemente vigliacche possono essere la salvezza per coloro che abbiamo il dovere di proteggere.
La tua vita può cambiare in un secondo e ridisegnare il futuro come il cancellino di una lavagna, una piccola scelta può determinare gioia o orrore.
Mi ha portato alla mente il paradosso della farfalla, il cui battito di ali può provocare un uragano dall’altra parte del mondo.
Ho visto, con grande gioia, un prodotto di qualità, interpretato con grande intelligenza e impegno, innovando, tentando una strada di comunicazione originale e fresca.
Chapeau a tutti, dal primo all’ultimo, e soprattutto a lui, Lino Guanciale, che non si stanca mai di rischiare e mettersi alla prova, invece di giocare sul sicuro, restare nella confort zone di prodotti già rodati.
Lui sceglie sempre di sperimentare e farci provare esperienze nuove, esplorando il suo talento e il nostro caleidoscopio di emozioni.
Da vedere e rivedere per porsi l’annosa domanda ” chi è il buono e chi il cattivo?
Forse nessuno, oppure tutti quanti; quel germe di piccola ipocrisia dentro di noi può crescere indisturbato e generare mostri.
Un’estate è una produzione Sky, a cui appartengono anche le immagini e il trailer usati nell’articolo.